Lions Club Trasimeno

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28 Novembre: Centrale ENEL di Pietrafitta

Meeting sulle energie alternative





Molto interesse ha suscitato il meeting, organizzato dal Lions Club Trasimeno, che si è svolto Venerdì 28 Novembre 2008 presso la Centrale Enel Franco Rasetti di Pietrafitta sul tema “Energie alternative a partire da una centrale Enel”.
Ha introdotto l’incontro l’ing. Romolo Bravetti, responsabile dell’Unità di Business Termoelettrica Enel di Pietrafitta.
L’ingegnere, nell’Auditorium della centrale, Insert Logo Hereha preliminarmente illustrato le caratteristiche dell’impianto.
La centrale Enel “Franco Rasetti” è un impianto termoelettrico a ciclo combinato con una potenza complessiva di 370 MW che utilizza come combustibile il gas metano ed è la più grande “fabbrica di energia elettrica” presente in Umbria; nel sito sono in funzione anche due gruppi turbogas con potenza complessiva di 176 MW che entrano in funzione per far fronte ai carichi di punta sulla rete elettrica nazionale.
L’impianto a ciclo combinato di Pietrafitta, tecnologicamente all’avanguardia, ha la certificazione ISO 14001, che lo qualifica in modo positivo dal punto di vista del rispetto ambientale.
Successivamente gli intervenuti sono stati accompagnati in visita agli impianti della Centrale sotto la guida del sig. Luciano Cerati, Responsabile dell’Isola Produttiva della Centrale di Pietrafitta; sono stati in particolare visitati i locali in cui sono allocate la turbina e gas e le turbine a vapore, nonché gli impianti tecnologici e informatici di controllo.

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Tornati nell’auditorium, è quindi seguita una sintesi dell’ing. Bravetti in merito alle varie fonti di produzione dell’energia elettrica; dai grafici mostrati, gli intervenuti hanno potuto valutare percentualmente l’incidenza delle fonti energetiche attualmente in uso nel territorio nazionale confrontate con quelle dei principali paesi europei:

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molto interessante anche il grafico che riporta i costi energetici unitari per MWh prodotto a seconda delle varie fonti energetiche

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E’ di seguito intervenuto il relatore del meeting, dr. Simone Mori, che ha proseguito la discussione sull’argomento presentando, con ulteriori grafici, la situazione energetica nazionale, per come si è evoluta nel corso del tempo, al cambiare delle risorse energetiche utilizzate.
Insert Logo Here In particolare ha fatto riferimento al largo utilizzo del gas metano, comunque fornito prevalentemente da nazioni straniere come la Russia e l’Algeria, attraverso tubazioni che afferiscono in quattro punti del territorio Nazionale; per quanto riguarda le centrali a combustione di oli, petroli, carboni e simili, si è cercato in Italia ed in genere in Europa di limitarne l’uso, anche per l’effetto altamente inquinante legato alla produzione della CO2.

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Tuttavia molti paesi, e soprattutto quelli emergenti, continuano ad attivare un numero notevole di tali centrali, anche perché non hanno sottoscritto il protocollo di Kyoto e non sono quindi assoggettati ad alcun vincolo internazionale; ciò sicuramente tende a vanificare gli sforzi dei Paesi firmatari.

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La riduzione delle emissioni di CO2 non passa però solo attraverso la riduzione della produzione della stessa, in quanto si stanno studiando dei sistemi per “imprigionare” l’ossido di carbonio ed impedirne la diffusione nell’atmosfera con impianti che lo riportino nelle cavità naturali della terra (principalmente giacimenti esauriti di gas e/o di petrolio) o nelle profondità marine.
Tali impianti sono ancora in fase di perfezionamento.
Per quanto riguarda l’energia nucleare, il dr. Mori ha evidenziato che, a seguito del referendum popolare che ha impedito la loro realizzazione sul territorio nazionale, la specializzazione italiana nel settore è passata da uno dei primi posti in Europa a uno degli ultimi posti.
Per realizzare impianti nucleari in Italia occorrerebbero tempi piuttosto lunghi e notevoli investimenti; infatti è molto costoso costruire una centrale nucleare, anche se poi i costi di gestione e di produzione dell’energia elettrica risultano piuttosto contenuti.
L’Enel comunque, con le recenti acquisizioni, è diventata proprietaria di alcune centrali nucleari situate in altri paesi europei.
Per quanto riguarda le fonti rinnovabili, il dr. Mori ha evidenziato, anche attraverso mappe del territorio nazionale, le potenzialità di sfruttamento delle varie risorse in funzione delle caratteristiche del territorio.
La fonte di energia rinnovabile maggiormente sfruttata in Italia è quella idroelettrica; la maggior parte delle centrali idroelettriche utilizza l’acqua accumulata in grandi laghi, prevalentemente alpini, durante i periodi di scioglimento delle nevi; la percentuale energetica nazionale, pari a circa il 12 % di quella prodotta, ha raggiunto praticamente l’apice in quanto sul territorio nazionale non sono più presenti zone interessanti da poter ancora sfruttare in tal senso.

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L’Italia dispone anche di energia dalle fonte geoetermica, presente soprattutto nell’entroterra toscano; tali impianti sono già abbastanza all’avanguardia in termini di sfruttamento e di rendimento, pertanto non se ne prevede un significativo incremento.

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Per quanto riguarda gli impianti eolici, esistono in Italia solo alcune zone in cui l’esposizione ai venti può essere considerata sufficientemente remunerativa; comunque, anche per l’eolico, le poche potenzialità di installazione sono spesso frustrate dall’opposizione ambientalista, soprattutto a causa dell’impatto ambientale con zone di alto interesse turistico e/o naturalistico; pertanto non esistono grandi speranze di ampliarne significativamente l’utilizzo.
Al momento la percentuale di generazione si aggira sul 2% del fabbisogno nazionale. Notevoli possibilità di ampliamento potrebbero esserci invece per l’energia di origine fotovoltaica in quanto l’Italia è un paese del Sud Europa ben irradiato dai raggi solari.
Gli impianti al momento presentano però costi rilevanti di realizzazione e non sono diffusi con percentuali superiori al 3%. Potrebbero esservi possibilità di ampliamento incrementando la ricerca e attivando impianti fruibili per scopi industriali e non solo per usi privati. In definitiva, la conclusione dei relatori si può riassumere nel seguente concetto:
la generazione di energia elettrica, necessaria allo sviluppo di un Paese, non può, allo stato attuale, prescindere dalla diversificazione dei sistemi produzione, utilizzando cioè al meglio un mix di nucleare, combustibili fossili e fonti rinnovabili, con un”occhio” particolare verso il fotovoltaico e l’eolico, ovviamente in relazione alle caratteristiche “ambientali” delle zone geografiche interessate.