Lions Club Trasimeno

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12 Luglio 2025
Visita guidata della mostra “La terra delle acque”
approntata dal socio Piero Giorgi e da Carla Cicioni.

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La mostra, allestita con il patrocinio del Comune di Magione, offre al pubblico un ampio repertorio di documentazioni librarie e carte geografiche che consentono di ripercorrere la storia delle risorse idriche dell’Umbria, così come descritte da viaggiatori e poeti.
Insert Logo Here Già Plinio, dalla sua villa nei pressi di Città di Castello, vedeva navigare sul Tevere piccole barche e Virgilio e Properzio di bianchi buoi che si bagnavano nelle acque del Clitunno. L’acqua è stata per secoli oggetto di studio per agrimensori, ingegneri e cartografi, un elemento da conoscere, descrivere e disegnare con minuzia di particolari.
Insert Logo Here L’acqua, come elemento quasi incantato del paesaggio, si coglie bene nelle cronache dei viaggiatori del Settecento e dell’Ottocento: dalle dolci rive del Trasimeno all’imponenza delle cascate delle Marmore, dagli armenti, i ruderi e le costruzioni che animano le rive dei fiumi e dei laghi.
L’acqua è anche un bene prezioso di cui rifornire le città; ampi riferimenti fa la mostra alle cannelle ai lavatoi pubblici ed alle fontane, più o meno illustri, ancora vanto di numerose città umbre.
Insert Logo Here L’Umbria è anche molto ricca di acque pregiate, usate anche a scopo terapeutico, da Nocera a Sangenimi, alle terme di S. Galigano, alle terme di Fucecchio a Città di Castello.
L’acqua veniva anche usata come sorgente di energia, come forza motrice di molini; se ne annoverano a Pale di Foligno ed a Rasiglia.
A Gubbio veniva usata per lavorare la lana, a Terni per le acciaierie.
La mostra presenta all’inizio una grande carta, disegnata da Cesare Saccheti nel 1863, quando la neocostituita entità amministrativa comprendeva le province di Perugia, Terni e Rieti. E’ costituita da 16 fogli; in alto l’allegoria dell’Umbria rappresentata come una donna seduta tra la Cascate delle Marmore ed il Trasimeno.
La mostra è introdotta dall’immagine animata, riprodotta sulla parete della torre, di Francesco Tiroli, storico personaggio nato in provincia di Como, esperto di accatastamenti, trasferitosi poi nella Stato pontificio con lo scopo di ammodernare le mappe e definire meglio i confini; completa l’introduzione un video realizzato dai lettori LaAV di Perugia e Magione che permette di cogliere maglio le suggestioni letterarie e poetiche dell’acqua.
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La mostra descrive i var interventi operati nel corso dei secoli da economisti ed ingegneri al fine di sfruttare al meglio le risorse idriche dell’Umbria: dal 1675, quando il papa Clemente X incaricò l’olandese Cornelis Meijer di potenziare la navigabilità del Tevere; intanto si sviluppavano altri vari progetti, tra cui quello di Pietro Ferrari teso a regolare le acque della valle spoletina.
Fu presentato e mai realizzata anche un progetto che prevedeva un canale che unisse il Tirreno e l’Adriatico.
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Nel 1778 lo stato pontificio ed il granducato di Toscana si accordarono per progettare la bonifica della Chiana; sempre di grande interesse l’utilizzo delle potenzialità offerte dalla cascata delle Marmore.
La mostra è arricchita di numerose carte e riproduzioni storiche di località famose dell’Umbria, verso le quali affluivano numerosi viaggiatori: tra di esse la veduta del tempio e del fiume Clitunno di Giuseppe Vasi su disegno dell’inglese Richard Wilson e la caduta delle Marmore dell’ingegnere ternano Giuseppe Riccardi incisa da Pietro Parboni.
Insert Logo Here Tra i monumenti dedicati alle acque e variamente riprodotti la Fontana Maggiore di Perugia soprattutto nelle incisioni di Silvestro Massari; era alimentata dall’acquedotto di Montepacciano, costruito fin dal 1200.
A S. Maria degli Angeli va ricordata la Fontana delle 26 cannelle sulla parete esterna sinistra per dissetare i tanti pellegrini che affollavano la basilica.
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Altre stampe riportano le rovine del Ponte di Augusto a Narni, il lago di Piediluco ed il ponte delle Torri di Spoleto. L’uso terapeutico delle acque si ampia con ripetute citazioni alle sorgenti di Nocera, ritenute dal medico Florido Piombi rimedio essenziale a svariati disturbi dello stomaco e dell’intestino.
Anche a Foligno il fiume Topino veniva utilizzato per la concia delle pelli ed il suo affluente Menotre alimentava numerose cartiere nella zona di Pale.
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