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Lions Club Trasimeno we serve |
17 settembre
ITET “A. Capitini” di Perugia
Meeting sul tema
INTELLIGENZA ARTIFICIALE LIMITE ALLA LIBERTÀ O OPPORTUNIITÀ?
Lions Club Deruta, Trasimeno, Corciano Ascanio della Corgna
Perugia Centenario, Perugia AILD "A. Villani"
Dopo il saluto del Dirigente Scolastico Silvio Improta, che ha ringraziato i Lions per aver scelto l’Istituto da lui diretto quale sede del convegno, c'è stato l’intervento del 2° Vicegovernatore del Distretto 108L Rolando Pannacci, già responsabile del service nel passato anno lionistico; è poi intervenuto Andrea Stafisso, Assessore alla transizione digitale del Comune di Perugia. Sono seguiti gli interventi dei due relatori.
Enrico Minelli, docente universitario di risorse umane ed organizzazione aziendale (Milano) sul tema “AI ed il mondo del Lavoro”
I dati dell’IA provengono da mail, comunicazioni, rapporti e transizioni che oggi giorno avvengono in rete, quindi siamo noi stessi a generare i dati su cui lavora il sistema.
Per la verità circa 200.000.000 di donne nel mondo non utilizzano sistemi informatici e quindi è statisticamente appurato che solo il 16% dei dati provengono dalla popolazione femminile.
L’IA ha grandi potenzialità operative, ma necessita di grandi consumi energetici.
L’IA è al servizio dell’inclusione: consente traduzioni simultanee e suo tramite le parole pronunciate possono essere ritrovate come scritte a video o attraverso una stampante.
Consente quindi di promuovere opportunità a seconda delle esigenze degli utenti.
Vi sono state implementate anche tecnologie robotiche a disposizione di persone con mobilità ridotta, nonché tecniche di riconoscimento vocale.
Attraverso tecniche GBT una persona che non è in grado di parlare può fare contratti ed anche tradurli in una lingua straniera; un contratto può essere fatto anche semplicemente parlando.
Tuttavia, nonostante le potenzialità, occorre sempre il controllo di una persona umana.
Occorre anche una governance per evitare che dati riservatissimi vadano in rete.
Nel carcere di Bollate i detenuti lavorano insieme ai robot utilizzando l’IA.
L’IA sa tradurre, sa trasferire toni espressivi e soste e quindi attribuisce un tono al discorso.
Riesce a capire, dai comportamenti, le cause delle differenze retributive tra uomini e donne (fanno viaggi più lunghi, guidano più velocemente).
C’è un’evoluzione nel mondo del lavoro e quindi è divenuto indispensabile acquisire competenze sul mondo dell’IA.
L’Università Luiss ha certificato che l’Italia è rimasta indietro nel mondo dell’IA; solo un’azienda su 4 la utilizza e quindi chi non la utilizza rischia di non essere più competitiva nella qualità dei prodotti.
In parte incide la scelta degli studenti che, solo in minima parte sono orientati verso gli studi di tipo scientifico; c’è inoltre il problema che, tra i pochi talenti sul mercato, molti si trasferiscono all’estero.
Una statistica riporta che il 46% dei profili ricercati dal mercato non sono stati trovati.
Alcuni ritengono che l’IA possa influire negativamente sul mando del lavoro; certamente ci sarà una diminuzione nella richiesta di traduttori, ma in altri ambiti ci sono diverse incertezze, magari sarà richiesto un lavoro di altro tipo.
Le aziende sono chiamate a promuovere programmi di formazione per i lavoratori nelle seguenti aree: automazione dei processi, analisi dei dati.
Tra le aziende che hanno già avviato processi di formazione del personale ha ricordato: Eni, Unicredit, Leonardo. I vantaggi più evidenti per la produttività sono: la possibilità di fare i contratti in pochi minuti, migliorare i processi decisionali, trovare informazioni in maniera più rapida.
L’IA riesce anche a fare il riassunto di un libro e la cosa può risultare utile nell’ottica del risparmio di tempo.
Le maggiori resistenze hanno le loro radici nella paura di perdere un posto di lavoro, nella diffidenza verso un oggetto sconosciuto e nella mancanza di competenze in merito.
Alcune aziende hanno programmato giornate in cui i lavoratori lavorano insieme ai robot.
Il relatore ha infine invitato i giovani a prestare molta attenzione nella compilazione di CD che vengono richiesti dalle aziende come test di selezione e che sono orientati a vagliare le potenziali competenze nell’affrontare innovazioni.
Gabriele Cruciani, docente universitario di Perugia dipartimento di chimica, biologia e biotecnologie sul tema “Problematiche ed applicazioni di IA in ricerca chimica-farmaceutica e medicinale”
Il professore ha invitato gli studenti ad affrontare l’innovazione con entusiasmo.
Ha parlato della sua esperienza che lo ha portato prima in Svezia, all’epoca paese al vertice degli studi sull’IA.
Ha poi proseguito le sue ricerche negli USA ove il potenziamento delle macchine attraverso l’IA ha portato alla progettazione di medicinali ed a capire meglio il metabolismo, cioè il processo attraverso il quale il fegato trasforma il cibo ingerito.
Il professore ha riferito di avere attivato varie ditte che sviluppano software utilizzando l’IA; è in progettazione, d’intesa con la regione Umbria, il laboratorio Curi che verrà attivato a Spoleto e che, utilizzando l’IA, che sarà orientato a produrre medicinali innovati, essenzialmente ad effettuare ricerche per la cura del cancro.
Ha fatto riflettere sul business prodotto dalla produzione dei farmaci.
All’avanguardia attualmente c’è la Svizzera che con 6 case farmaceutiche di spessore, ha monopolizzato il mercato.
L’Italia non è ancora competitiva, ma si sta lavorando con tali tecniche innovative per progredire nel settore.
Ha fatto qualche esempio sui prezzi al grammo di alcuni materiali preziosi con l’oro ed il platino, valutati 65 e 25 Euro al grammo; prezzi molti alti ma irrilevanti rispetto a quelli di alcuni prodotti anticancerogeni che vengono valutati addirittura 120.000 Euro al grammo.
Siamo in grado di produrli? L’IA ci può aiutare a trasformare un prodotto chimico in un farmaco velocizzando il progetto.
Ha poi parlato della proteine su cui recenti studi hanno ravvisato delle “tasche” che ci permettono di interagire con loro.
Ha poi parlato degli studi sulle impronte digitali; si ritiene che siano uniche ma non è vero.
Qualche volta vengono rilevate in forma incompleta; sono sostanzialmente dei grassi della nostra pelle (lipidi); sostanzialmente la vera diversità sta nella proprio lì, nella lipidomica.
In uno dei laboratori umbri, gestiti dal prof. Cruciani, sono stai avviati studi in tale senso che hanno interessato Scotland Yard.
Ha poi illustrato un’altra macchina che riesce a localizzare le molecole malate attraverso raggi microscopici che ispezionano il tessuto; un “naso” artificiale ispeziona frazioni microscopiche di tessuto; ogni pixel rileva eventuali anomalie.
Il convegno si è concluso con l'intervento di Sergio Tasso, presidende della IX Circoscrizione.